Viviamo in un’epoca di crescente partigianeria.
Spesso le conversazioni sembrano inutili.
Ma c’è un modo per parlare con chi sta dall’altra parte delle divisioni morali e politiche.
Perché il vero problema non sono le differenze ideologiche, ma il fatto che abbiamo dimenticato l’arte della conversazione.
Quando ascoltiamo davvero le persone, smettiamo di far loro la predica e impariamo a esprimere civilmente i nostri disaccordi, possiamo iniziare a cambiare idea e a rivalutare le nostre convinzioni.
Consigli praticabili:
Identificare la fonte del conflitto ascoltando il proprio “dialetto morale”.
Spesso pensiamo che il nostro modo di parlare sia normale, mentre gli altri hanno un “accento”.
Ciò significa che, paradossalmente, tutti noi abbiamo una sorta di accento.
Lo stesso accade quando si parla di valori.
Abbiamo tutti dei “dialetti morali” che ci sembrano naturali, ma che rimangono strani, o addirittura incomprensibili, per gli estranei.
Per questo motivo è bene iniziare ad ascoltare il proprio dialetto morale.
Pensate a come usate parole come “razzismo” o “libertà”.
Hanno un significato diverso per altre persone? Pensare in questo modo vi aiuterà a identificare la natura dei conflitti.
Siete davvero in disaccordo o si tratta solo di una scelta di parole? In altre parole, state litigando per la semantica o per la visione del mondo?
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