L’innovativo modello di business di 4GoodCause si basa su un sistema di cashback charity rimettendo in circolo una sostanziale parte dei ricavi a favore di cause e progetti ambientali.
I flussi dei ricavi provengono principalmente da:
– Fee sulle vendite del marketplace pari al 12-16%;
– Advertising sulla piattaforma;
– Costo sulle cause a raggiungimento obiettivo pari al 3%
– Concessione a terze parti della nostra intelligenza artificiale
– Assistenza a pagamento per fornitori e promotori di cause
Breve descrizione degli aspetti di innovazione che caratterizzano il business dell’impresa
La piattaforma di 4GoodCause, che unisce un marketplace, un crowdfunding e una community è caratterizzata da un alto grado di innovazione tecnologica.
1) La piattaforma utilizza per l’intermediazione tra fornitori e attivisti, e per le meccaniche di acquisto interno, l’EcoCash (€C): una valuta elettronica, stable, basata su blockchain, centralizzata e permissioned. Il suo rapporto di cambio con l’euro è fisso (1:1000). Abbiamo scelto di includere immediatamente la criptovaluta EcoCash nella vision aziendale, lo scopo è quello di garantire, per quanto possibile, la trasparenza e l’immutabilità delle transazioni di EcoCash all’interno della piattaforma. Contiamo di passare nel prossimo futuro a una versione meno protettiva e proprietaria della moneta virtuale e di consentirne l’uso anche fuori da 4GoodCause. Ogni funzionalità di pagamento che riguarda la piattaforma trasforma Euro in EcoCash e viceversa. Ogni utente della piattaforma, che sia un fornitore, un gestore di cause, un semplice iscritto, ha un proprio wallet. Gli EcoCash vanno usati sulla piattaforma: finanziando cause o impegnati in funzioni premium e di advertising, soltanto i gestori di cause, al raggiungimento degli obiettivi, hanno la possibilità di convertire gli EcoCash nuovamente in Euro.2) Il bisogno di respingere ogni forma di aggressività e di fake news sulla piattaforma, ci ha portato a interrogarci su varie forme di moderazione. È evidente che una forma di moderazione basata su esseri umani comporta un impegno enorme e difficile da scalare. Si è quindi optato per l’unica soluzione possibile: affidarci a una Intelligenza Artificiale « buona »: un algoritmo che impedisca di scrivere aggressivamente, con termini razzisti, sessisti, abilisti: l’abbiamo chiamata Astrea. Scritti, documenti, link, che non passeranno l’esame di Astrea saranno mandati in revisione all’autore del post. Nella nostra pianificazione di prodotto, è prevista la fornitura a terze parti delle API di Astrea. La versione alpha di Astrea, attualmente in laboratorio, utilizza BERT e i modelli Hatespeech-CNERG per il rilevamento di odio, razzismo, sessismo e abilismo. Abbiamo previsto di migliorare i modelli presenti nelle varie lingue aggiungendo addestramenti annotati. Per quanto riguarda invece le fake-news, Astrea utilizza api di terze parti e le integra con un proprio insieme di dati, creato tramite il suo crawler integrato